Descrizione
Questa pagina contiene un breve riassunto delle vicende storiche del paese di Arce
Possiamo ben dire che le vicende storiche di Arce si perdono nella notte dei tempi: il paleontologo Italo Bitiddu, infatti alla località Torti della contrada Fontanelle ha rinvenuto le tracce inequivocabili di un insediamento di ominidi databile a 700.000 anni fa.
Venendo più vicino a noi non possiamo non ricordare come alla località Santa Giusta di Isoletta nel 328 a.C. i Romani dedussero la colonia latina di Fregellae . Questa città, divenuta sempre più importante e popolosa col passare degli anni – apprendiamo da Tito Livio che nella stessa si stabilirono ben 4.000 famiglie provenienti dall’attuale Abruzzo – nel 125 a.C. fu rasa al suolo dagli stessi Romani, ai quali la città si era ribellata perchè esclusa dalla distribuzione di terre effettuata nell’epoca graccana. Dell’esistenza di questa città nel luogo innanzi indicato si sta avendo conferma anche dalle campagne di scavi che ogni anno fin dal 1978, in estate, vi conduce il prof. Filippo Coarelli dell’università di Perugia.
La prima volta che in un documento troviamo il nome Arce, anzi “Arcis”, e’ nella Cosmographia dell’Anonimo Ravennate, opera di carattere geografico databile nella metà del VII secolo d.c. (650 ca.). In verità l’esistenza in zona di un fondo denominato “Arcanum”, di proprietà di Quinto Cicerone, nel 1° secolo a.C., farebbe propendere per l’esistenza già ai tempi della Repubblica Romana di un centro di nome “Arce”.
Sappiamo anche di sicuro, poi, che nel 702 Arce, insieme con Sora ed Arpino, venne sottratta all’Imperatore d’Oriente dal Duca longobardo di Benevento Gisulfo I; successivamente, nell’anno 850, Arce entrò nell’orbita del Principato longobardo di Capua, allorchè questa città si rese indipendente da Benevento.
Nell’anno 846 e nell’ 877 Arce fu presa e saccheggiata dai Saraceni, mentre nel 937 subì la stessa sorte per mano degli Ungari.
Sul finire del X secolo Arce fu donata dal principe longobardo di Capua ai monaci cassinesi che la tennero fino al 1058, anno in cui se ne impadronì il normanno Riccardo, Conte di Aversa.
Il 29 aprile 1191 – come ci riferisce l’avvocato ed erudito Gio. Gennaro Grossi (1756-1823) – Arce con la sua fortezza venne presa da Enrico VI imperatore di Germania che aveva sposato Costanza, figlia del Re Ruggero il Normanno. Da questo matrimonio nacque Federico II, che, portatosi in Terra Santa per la conquista del Santo Sepolcro, si vide sottrarre Arce dall’esercito papale dei Clavisegnati. Nel 1230, rientrato dalla Terra Santa, Federico II riprese Arce e diede ordine di dar nuova forma alla sua fortezza: il 29 agosto dello stesso anno, nella Chiesa di Santa Giusta, posta nei pressi del confine fra il Regno, che allora si chiamava di Puglia, ed i possedimenti papali fu assolto dalla scomunica in precedenza inflittagli dal Papa.
Nel 1265 Arce, invano difesa dalle truppe di Manfredi, venne presa da Carlo d’Angiò, chiamato dal papa Clemente IV alla conquista del Regno. Sotto gli Angiò, nel 1307, Arce con la sua rocca venne per la prima volta concessa in feudo: primo feudatario di Arce fu Giovanni Gianvilla, nobile francese. Successivamente, nel 1381, sappiamo essere Barone di Arce Giacomo Cantelmo, la cui famiglia tenne Arce fin sul finire del XV secolo, epoca in cui Arce fu concessa in dote alla nipote del Re di Napoli Ferrante d’Aragona a nome Caterina, promessa sposa a Leonardo della Rovere, nipote del papa Sisto IV.
La famiglia della Rovere tenne in feudo Arce fino al 1580: il 16 marzo di quell’anno gli Stati di Sora e di Arce vennero venduti, per 120.000 scudi, da Francesco Maria della Rovere a Giacomo Boncompagni, la cui famiglia tenne in feudo il Ducato di Sora e di Arce, nonchè le Contee di Arpino ed Aquino fino al 1796. In questo anno, in occasione dell’apertura della nuova strada rotabile da Napoli a Sora , in tutti gli Stati di proprietà dei Boncompagni, per volere di Ferdinando di Borbone IV re di Napoli, fu abolita la feudalità con conseguente aggregazione degli Stati stessi al Regio Demanio. Questo stesso re Ferdinando soggiornò in Arce, ospite del palazzo Tronconi, la notte del 22 novembre 1798. Il giorno seguente riprese il suo viaggio per Roma, ove era diretto per dar man forte al Papa contro i Francesi.
Il giorno 11 maggio 1799 le truppe francesi, che si ritiravano da Napoli ove avevano sostenuto la Repubblica Partenopea, misero a sacco Arce e trucidarono quindici persone.
Il 27 maggio 1849 Arce fu occupata per l’arco di una giornata dagli uomini di Giuseppe Garibaldi che avevano proclamato la Repubblica nei possedimenti del Papa: quel giorno dall’unico campanile della chiesa parrocchiale allora esistente sventolò, per la prima volta sia pur per poche ore, il tricolore italiano.
Nel 1856 fu aperta al traffico la strada Civita Farnese che ancora oggi collega Arce con Itri.
Nel 1861 Arce entrò a far parte del Regno d’Italia sotto la Dinastia di casa Savoia.
Il 4 dicembre 1884 fu inaugurata la tratta ferroviaria Roccasecca-Arce, che successivamente fu prolungata fino ad Avezzano. Nel 1927, in occasione dello smembramento della Provincia di Caserta, di cui faceva parte, Arce fu aggregata alla neonata Provincia di Frosinone; in questo modo – d’un tratto – furono spezzati i legami con Napoli e con il Sud d’Italia che datavano al 702, anno della conquista di Arce da parte di Gisulfo I Duca di Benevento.
Il 29 maggio 1944, provenienti da Cassino, giunsero ad Arce le truppe alleate che posero fine alla occupazione militare tedesca ed all’incubo della seconda guerra mondiale.